ISO 7010 Raccolta dei Segnali di sicurezza previsti dalla norma - Ed. 2020
File CEM importabile in CEM4 (*)
File CEM della raccolta segnaletica ISO 7010:2019 aggiornata alla versione ISO 7010:2019/Amd 1:2020.
ISO 7010:2019 Graphical symbols - Safety colours and safety signs - Registered safety signs
Corrigenda/Amendments:
ISO 7010:2011/Amd 1:2012 ISO 7010:2011/Amd 2:2012 ISO 7010:2011/Amd 3:2012 ISO 7010:2011/Amd 4:2013 ISO 7010:2011/Amd 5:2014 ISO 7010:2011/Amd 6:2014 ISO 7010:2011/Amd 7:2016 ISO 7010:2011/Amd 8:2017 ISO 7010:2011/Amd 9:2018 ISO 7010:2019/Amd 1:2020
P045 - No campfire P071 - Do not cross barrier P072 - No jumping down W068 - Warning; Falling into water when stepping on W069 - Warning; Jellyfish W070 - Warning; Step down
Attenzione: l'importazione della raccolta Ed. 2020 aggiorna e sovrascrive la Raccolta segnaletica ISO 7010 ED. 2018 - FILE CEM. Nel caso in cui siano state apportate delle modifiche alla raccolta precedente si suggerisce di aggiungere i nuovi pittogrammi mediante le funzioni del software.
(*) Importare in CEM4 come "Raccolta segnaletica":
CEM4 - File/Importa file di scambio/Raccolte di cartelli
Ciascun tipo di acciaio viene indicato con la sigla che ne caratterizza la composizione chimica secondo la norma UNI EN 10088-1:2014 e/o la classificazione della American Iron and Steel Institute (manuale AISI Agosto 1985) e/o le specifiche tecniche della American Society for Testing and Materials (ASTM) e/o le designazioni dell’Unified Numbering System (UNS).
Parte B
Acciai inossidabili individuati con l’analisi chimica di colata, in assenza di sigle previste dalle norme europee o internazionali di cui alla parte A.
Purché siano rispettati i limiti di migrazione di cui all’art.36 del DM 21.3.1973, possono essere presenti nella colata finale altri elementi non intenzionalmente aggiunti, per i quali non è dichiarato un limite percentuale nella tabella.
CEI EN 60204-1:2018 Equipaggiamento elettrico macchine | File CEM
La Norma CEI EN 60204-1:2018 “Sicurezza del macchinario - Equipaggiamento elettrico delle macchine - Parte 1: Regole generali è la VI ed Edizione, è armonizzata per la Direttiva 2014/35/UE "Bassa Tensione", a breve sarà armonizzata per la Direttiva macchine 2006/42/CE.
EN 60204-1:2018 Armonizzazione BT
Con la Decisione di esecuzione (UE) 2019/1956 (GU L 306/26 del 27.11.2019), la EN 60204-1:2018 entra in regime di armonizzazione per la Direttiva 2014/35/UE "Bassa Tensione" a partire dalla data del 27 Novembre 2019. La norma sostituita, EN 60204-1:2006, è ritirata dal 27 maggio 2021 (cessazione Presunzione di Conformità).
Disponibile il file CEM importabile in cem4 riservato Clienti CEM4 con Licenza aggiornata
La norma riveste un ruolo fondamentale nel settore delle macchine in quanto si applica a tutte le macchine come definite nella Direttiva 2006/42/CE, infatti è praticamente richiamata in tutte le norme di tipo B/C del macchinario per il rispetto dei requisiti della loro parte elettrica le quali, al più, aggiungono qualche requisito specifico senza modificare sostanzialmente i requisiti in essa riportati.
La nuova edizione della norma ha introdotto numerosi cambiamenti e novità senza cambiare il suo campo di applicazione o stravolgere la sua struttura che ormai da anni è consolidata.
La presente Norma si applica agli equipaggiamenti e sistemi elettrici, elettronici e programmabili di macchine non portatili quando sono in moto, inclusi i gruppi di macchine che lavorano in modo coordinato. L'equipaggiamento considerato inizia dal punto di connessione dell'alimentazione all'equipaggiamento elettrico della macchina. La presente Norma si applica agli equipaggiamenti elettrici o a parti di equipaggiamenti elettrici alimentati con tensioni nominali non superiori a 1 000 V in corrente alternata o 1 500 V in corrente continua e con frequenze nominali non superiori a 200 Hz.
Essa non copre tutte le prescrizioni (per es. protezioni, interblocchi o comandi) necessarie o richieste da altre norme o regolamenti al fine di proteggere le persone da pericoli diversi da quelli elettrici.
Questa edizione annulla e sostituisce la precedente CEI EN 60204-1:2006-09 che rimane in vigore fino al 14-09-2021 e ne costituisce una revisione tecnica.
Questa nuova edizione include le seguenti modifiche tecniche rispetto alla precedente:
- aggiunta di requisiti per affrontare le applicazioni che coinvolgono i Power Drive System (PDS); - cambiamento nell’elenco delle differenze nazionali;ì - chiarimenti sui dispositivi di sezionamento dell’alimentazione, - revisione dei requisiti di compatibilità elettromagnetica (EMC); - chiarimenti sui requisiti per la protezione contro le sovracorrenti; - requisiti per calcolare la corrente nominale di cortocircuito; - revisione dei requisiti dei collegamenti dei conduttori di protezione ed equipotenziali; - riorganizzazione e revisione dell’articolo 9 relativo ai circuiti e funzioni di comando e controllo, compresi i requisiti relativi all’arresto del PDS all'arresto di emergenza e alla protezione del circuito dalle sovracorrenti; - revisione dei requisiti della documentazione tecnica; - aggiornamento generale in relazione agli standard normativi e ai riferimenti bibliografici.
IEC 60204-1:2016 Equipaggiamento elettrico macchine - File cem
La Norma IEC 60204-1:2016 (EN 60204-1:2018) “Sicurezza del macchinario - Equipaggiamento elettrico delle macchine - Parte 1: Regole generali è la VI Edizione, è armonizzata per la Direttiva 2014/35/UE "Bassa Tensione", a breve sarà armonizzata per la Direttiva macchine 2006/42/CE.
Disponibile il file CEM importabile in cem4riservato Clienti CEM4 con Licenza aggiornata
EN 60204-1:2018 Armonizzazione BT
Con la Decisione di esecuzione (UE) 2019/1956 (GU L 306/26 del 27.11.2019), la EN 60204-1:2018 entra in regime di armonizzazione per la Direttiva 2014/35/UE "Bassa Tensione" a partire dalla data del 27 Novembre 2019. La norma sostituita, EN 60204-1:2006, è ritirata dal 27 maggio 2021 (cessazione Presunzione di Conformità).
La Norma CEI EN 60204-1 ad oggi in vigore è la IV edizione del 2006, nell’ottobre 2016 è stata pubblicata dall’IEC la nuova edizione VI, in via di pubblicazione a livello CENELEC come Norma EN 60204-1 ed a seguire dal CEI come Norma CEI EN 60204-1; le versioni EN e CEI della norma saranno una edizione meno della versione IEC (ossia V edizione) perché in ambito europeo e nazionale queste sono state pubblicate a partire dalla seconda edizione IEC.
La norma riveste un ruolo fondamentale nel settore delle macchine in quanto si applica a tutte le macchine come definite nella Direttiva 2006/42/CE, infatti è praticamente richiamata in tutte le norme di tipo B/C del macchinario per il rispetto dei requisiti della loro parte elettrica le quali, al più, aggiungono qualche requisito specifico senza modificare sostanzialmente i requisiti in essa riportati.
La nuova edizione del norma ha introdotto numerosi cambiamenti e novità senza cambiare il suo campo di applicazione o stravolgere la sua struttura che ormai da anni è consolidata.
EN 12547:2014 Centrifughe - Requisiti comuni di sicurezza File CEM
La EN 12547:2014 è armonizzata per la Direttiva Macchine 2006/42/CE.
La norma si applica a centrifughe per la separazione o il cambiamento di concentrazione di miscele di liquidi e solidi. Essa fornisce i requisiti per ridurre al minimo i pericoli significativi collegati al funzionamento delle centrifughe.
File CEM importabile in CEM4
...
1.1 This European Standard applies to centrifuges for the separation or change in concentration of mixtures of liquids and solids.
It gives requirements to minimize the risks caused by the significant hazards arising during the operation of centrifuges as specified in 1.2.
1.2 This European Standard gives requirements for minimizing the risks caused by the following hazards:
- mechanical hazards common to all types of centrifuges, except those specified in 1.3; - ergonomical hazards; - thermal hazards; - electrical hazards; - noise.
1.3 Types of centrifuges and hazards excluded
1.3.1 Types of centrifuges excluded:
- centrifuges with a kinetic energy of rotation less than 200 J; - centrifuges for household use; - centrifuges for laboratory use according to EN 61010 2 020; - centrifuges for forming, i.e. centrifugal hot metal casting machines.
1.3.2 Hazards excluded
This European Standard does not deal explicitly with the hazards listed below.
NOTE 1 In cases, where such hazards might occur and could become relevant for the construction of the centrifuge, use specific standards for this hazard or make a risk analysis.
- hazards caused by overpressure or negative pressure inside the centrifuge housing; - hazards specific to processing radioactive products; - hazards specific to microbiological processing - including viral and parasitic hazards; - hazards from processing corrosive and/or erosive materials; - hazards from processes involving flammable or explosive substances; - hazards caused by leakage of hazardous substances; - hazards caused by unsuitable hygienic design for applications involving food products; - inherent chemical hazards of process materials and/or service media and their biological effects on exposed persons;
NOTE 2 Inherently hazardous substances include toxic, carcinogenic and flammable substances for example. Other substances may be hazardous because of their condition in the centrifuge, i.e. temperature, velocity and vapour pressure.
- hazards due to construction materials;
Materials used in the construction of centrifuges should not be hazardous in the condition in which they are used.
- centrifuges subject to application specific standards (e.g. EN 12505).
NOTE 3 The design of centrifuges covered by EN 12547 varies to the extent that additional hazards may exist that are not covered by the requirements of this standard and is not excluded above. The manufacturer is responsible for providing suitable measures to deal with these hazards as part of a general risk assessment for the machine. Such measures are outside the scope of this standard and the direct responsibility of the manufacturer.
1.3.3 This European Standard gives guidance on the selection of performance levels according to EN ISO 13849 1:2008, but does not identify performance levels for specific applications.
1.4 This European Standard is not applicable to centrifuges which are manufactured before the date of its publication as EN.
EN 1672-1 Food processing machinery: Safety requirements File CEM
La norma tratta i pericoli significativi, le situazioni e gli eventi pericolosi relativi alle macchine per l'industria alimentare e commerciale, quando utilizzate conformemente allo scopo e nelle condizioni previste dal fabbricante, compreso l'uso scorretto ragionevolmente prevedibile.
File CEM importabile in CEM4
La norma, di tipo C, non armonizzataDirettiva macchine 2006/42/CE, tratta i requisiti di sicurezza delle macchine alimentari, essa va applicata insieme alla EN 1672-2:2009 che tratta i requisiti d'igiene delle macchine alimentari.
This European Standard deals with the significant hazards, hazardous situations and events relevant to commercial and industrial food processing machines as defined in Clause 3 when they are used as intended and under conditions of misuse which are reasonably foreseeable by the manufacturer (see Clause 4).
This European Standard deals with the significant hazards, hazardous situations and events that occur during transport, assembly and installation, commissioning, setting, teaching, programming , process changeover, operation, cleaning, fault finding and maintenance.
This European Standard deals with those risks which occur commonly in food processing machines and for which common technical requirements can be set which can be applied at all (or most) machines which have that particular hazard.
Exclusions:
This European Standard is not applicable to the following machines: - food processing machines intended for domestic use; - food processing machines covered by the machine-specific standards listed in Annex C; - packaging machines; - machines used in the agricultural and animal rearing sectors.
This European Standard does not deal with the hygiene risks to the consumer of the food product handled in the food processing machine. These risks are dealt with in EN 1672-2:2009.
This European Standard is not applicable to food processing machines that were manufactured before the date of its publication as a European Standard.
EN 547-X Accessi alle postazioni di lavoro delle macchine
File CEM importabile CEM4 (EN 547-1 e 3)
Le norme della serie EN 547-X sono norme di ergonomia riguardanti la sicurezza del macchinario. La EN 614-1 "Sicurezza del macchinario - Principi ergonomici di progettazione - Terminologia e principi generali" descrive i principi che i progettisti dovrebbero adottare per tenere conto dei fattori ergonomici.
Le norme della serie EN 547-X indicano in qual modo detti principi dovrebbero essere applicati nella progettazione delle aperture destinate a permettere l'accesso completo di un corpo umano.
EN 547-1:1996+A1:2008 Sicurezza del macchinario - Misure del corpo umano - Parte 1: Principi per la determinazione delle dimensioni richieste per le aperture per l'accesso di tutto il corpo nel macchinario
EN 547-2:1996+A1:2008 Sicurezza del macchinario - Misure del corpo umano - Parte 2: Principi per la determinazione delle dimensioni richieste per le aperture di accesso
EN 547-3:1996+A1:2008 Sicurezza del macchinario - Misure del corpo umano - Parte 3: Dati antropometrici
La EN 547-1:1996+A1:2008 specifica le dimensioni delle aperture per l’accesso dell'intero corpo da applicarsi al macchinario come è definito nella EN ISO 12100. Essa indica le dimensioni alle quali sono applicabili i valori riportati nella EN 547-3. I valori per i requisiti degli spazi supplementari sono contenuti nell'appendice A. La presente norma europea è stata prioritariamente prevista per il macchinario fisso; per il macchinario mobile possono essere previsti requisiti specifici supplementari.
Le dimensioni delle aperture dei passaggi sono basate sui valori al 95° e al 99° percentile della popolazione interessata quale potenziale utilizzatrice. I valori al 99° percentile sono utilizzati per le uscite di emergenza.
I dati antropometrici riportati nella EN 547-3 traggono origine da misure statiche di persone nude e non tengono conto dei movimenti del corpo, nè degli indumenti, degli equipaggiamenti, delle condizioni di funzionamento del macchinario e delle condizioni ambientali.
La presente norma europea indica come integrare i dati antropometrici con gli spazi supplementari, che servono a tenere conto di questi fattori.
Un'apertura di passaggio è un'apertura che permette il movimento o l'entrata di tutto il corpo di una persona, dando la possibilità di effettuare operazioni quali l’azionamento di dispositivi di comando, la sorveglianza di processi e l'osservazione dei risultati del lavoro.
La presente norma europea specifica le dimensioni minime, non quelle ottimali, per le aperture. Ovunque sia possibile dal punto di vista della sicurezza le dimensioni dovrebbero essere aumentate.
Inoltre le aperture di passaggio dovrebbero essere sufficientemente ampie da permettere una fuga rapida in caso di pericolo.
Gli spazi supplementari x e y di cui da 4.1 a 4.5 sono riportati nell'appendice A. I valori a1, h1, ecc. sono riportati nella EN 547-3.
1. Apertura per un movimento orizzontale in avanti in postura eretta:
A = h1 (P95 o P99) + Y B = a1 (P95 o P99) + X A Altezza dell’apertura B Larghezza dell’apertura h1 Statura a1 Distanza tra i gomiti Y Spazio supplementare in altezza X Spazio supplementare in larghezza X=a1-1 + a1-2
P95: 95° percentile della popolazione di utilizzatori prevista P99: 99° percentile della popolazione di utilizzatori prevista
dove i valori di h1 e a1 sono estratti da EN 547-3:
h1
statura P95
1 881
h1
statura P99
1 944
a1
distanza tra i gomiti P95
545
a1
distanza tra i gomiti P99
576
con le seguenti misure per gli spazi supplementari X e Y (EN 547-1 A2.1)
Spazio supplementare in altezza X per: - spazio libero per i movimenti del corpo: 50 mm - marcia rapida, corsa, uso frequente o di lunga durata: 100 mm - indumenti da lavoro: 20 mm - indumenti che possono essere danneggiati dal contatto con le pareti del passaggio: 100 mm - indumenti pesanti invernali o indumenti di protezione individuale: 100 mm - trasporto di persone infortunate: 200 mm
Spazio supplementare in larghezza Y per: - spazio libero per i movimenti del corpo: 50 mm - marcia rapida, corsa, uso frequente o di lunga durata: 100 mm - scarpe o calzature pesanti: 40 mm - dispositivi di protezione individuale che innalzano la statura, per esempio elmetti: 60 mm
Appendice ZB (Informativa)
Relazione tra questo standard europeo ed i Requisiti Essenziali della Direttiva macchine 2006/42/CE.
L’applicazione della norma è Presunzione di Conformità ai RESS:
Tabella ZB.B.1- Corrispondenza tra la presente norma europea e la direttiva 2006/42/CE
1.1.6 - Ergonomia 1.6.1 - Manutenzione della macchina 1.6.2 - Accesso ai posti di lavoro e ai punti d'intervento utilizzati per la manutenzione 1.6.5 - Pulitura delle parti interne 3.2.1 - 3.2.1. Posto di guida 3.4.5 - Mezzi di accesso
EN 547-1:1996+A1:2008 Sicurezza del macchinario - Misure del corpo umano - Parte 1: Principi per la determinazione delle dimensioni richieste per le aperture per l'accesso di tutto il corpo nel macchinario http://store.uni.com/catalogo/index.php/uni-en-547-1-2009.html
EN ISO 3691-1:2015 Carrelli Industriali | Sicurezza e verifiche
File CEM importabile in CEM4 della norma per la sicurezza dei carrelli industriali; disponibile il file PDF al Documento "Vademecum Sicurezza carrelli elevatori".
La EN ISO 3691-1 è la norma di riferimento per la sicurezza carrelli Industriali. La norma, di tipo C, è armonizzata per la Direttiva macchine 2006/42/CE (vedi le norme armonizzate online)
Oltre a poter essere utilizzata in "Presunzione di Conformità" per la marcatura CE di carrelli industriali nuovi, dovrebbe essere utilizzata per adeguamenti, manutenzioni di carrelli già immessi sul mercato secondo il concetto di "Buona Tecnica / Regola dell'arte", infatti il D.Lgs. 81/2008, conferisce alle norme tecniche, il ruolo primario di "strumenti sicurezza in progress" (Vedi Art. 18. comma z).
Art. 18 Obblighi del datore di lavoro e del dirigente
1. Il datore di lavoro, che esercita le attività di cui all'articolo 3, e i dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono: ... z) aggiornare le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e sicurezza del lavoro, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica della prevenzione e della protezione.
... Art. 71. Obblighi del datore di lavoro
1. Il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori attrezzature conformi ai requisiti di cui all'articolo precedente, idonee ai fini della salute e sicurezza e adeguate al lavoro da svolgere o adattate a tali scopi che devono essere utilizzate conformemente alle disposizioni legislative di recepimento delle direttive comunitarie.
2. All'atto della scelta delle attrezzature di lavoro, il datore di lavoro prende in considerazione:
a) le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro da svolgere; b) i rischi presenti nell'ambiente di lavoro; c) i rischi derivanti dall'impiego delle attrezzature stesse; d) i rischi derivanti da interferenze con le altre attrezzature già in uso.
3. Il datore di lavoro, al fine di ridurre al minimo i rischi connessi all'uso delle attrezzature di lavoro e per impedire che dette attrezzature possano essere utilizzate per operazioni e secondo condizioni per le quali non sono adatte, adotta adeguate misure tecniche ed organizzative, tra le quali quelle dell'allegato VI.
4. Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché:
a) le attrezzature di lavoro siano:
1) installate ed utilizzate in conformità alle istruzioni d'uso; 2) oggetto di idonea manutenzione al fine di garantire nel tempo la permanenza dei requisiti di sicurezza di cui all'articolo 70 e siano corredate, ove necessario, da apposite istruzioni d'uso e libretto di manutenzione; 3) assoggettate alle misure di aggiornamento dei requisiti minimi di sicurezza stabilite con specifico provvedimento regolamentare adottato in relazione alle prescrizioni di cui all'articolo 18, comma 1, lettera z);
b) siano curati la tenuta e l'aggiornamento del registro di controllo delle attrezzature di lavoro per cui lo stesso è previsto.
5. Le modifiche apportate alle macchine quali definite all'articolo 1, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 459, per migliorarne le condizioni di sicurezza in rapporto alle previsioni del comma 1, ovvero del comma 4, lettera a), numero 3), non configurano immissione sul mercato ai sensi dell'articolo 1, comma 3, secondo periodo, sempre che non comportino modifiche delle modalità di utilizzo e delle prestazioni previste dal costruttore.
6. Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché il posto di lavoro e la posizione dei lavoratori durante l'uso delle attrezzature presentino requisiti di sicurezza e rispondano ai principi dell'ergonomia.
7. Qualora le attrezzature richiedano per il loro impiego conoscenze o responsabilità particolari in relazione ai loro rischi specifici, il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché:
a) l'uso dell'attrezzatura di lavoro sia riservato ai lavoratori allo scopo incaricati che abbiano ricevuto una informazione, formazione ed addestramento adeguati;
b) in caso di riparazione, di trasformazione o manutenzione, i lavoratori interessati siano qualificati in maniera specifica per svolgere detti compiti.
8. Fermo restando quanto disposto al comma 4, il datore di lavoro, secondo le indicazioni fornite dai fabbricanti ovvero, in assenza di queste, dalle pertinenti norme tecniche o dalle buone prassi o da linee guida, provvede affinché:
a) le attrezzature di lavoro la cui sicurezza dipende dalle condizioni di installazione siano sottoposte a un controllo iniziale (dopo l'installazione e prima della messa in esercizio) e ad un controllo dopo ogni montaggio in un nuovo cantiere o in una nuova località di impianto, al fine di assicurarne l'installazione corretta e il buon funzionamento;
b) le attrezzature soggette a influssi che possono provocare deterioramenti suscettibili di dare origine a situazioni pericolose siano sottoposte:
1. ad interventi di controllo periodici, secondo frequenze stabilite in base alle indicazioni fornite dai fabbricanti, ovvero dalle norme di buona tecnica, o in assenza di queste ultime, desumibili dai codici di buona prassi;
2. ad interventi di controllo straordinari al fine di garantire il mantenimento di buone condizioni di sicurezza, ogni volta che intervengano eventi eccezionali che possano avere conseguenze pregiudizievoli per la sicurezza delle attrezzature di lavoro, quali riparazioni, trasformazioni, incidenti, fenomeni naturali o periodi prolungati di inattività;
c) Gli interventi di controllo di cui alle lettere a) e b) sono volti ad assicurare il buono stato di conservazione e l'efficienza a fini di sicurezza delle attrezzature di lavoro e devono essere effettuati da persona competente.
9. I risultati dei controlli di cui al comma 8 devono essere riportati per iscritto e, almeno quelli relativi agli ultimi tre anni, devono essere conservati e tenuti a disposizione degli organi di vigilanza.
10. Qualora le attrezzature di lavoro di cui al comma 8 siano usate al di fuori della sede dell'unità produttiva devono essere accompagnate da un documento attestante l'esecuzione dell'ultimo controllo con esito positivo.
11. Oltre a quanto previsto dal comma 8, il datore di lavoro sottopone le attrezzature di lavoro riportate nell’allegato VII a verifiche periodiche volte a valutarne l’effettivo stato di conservazione e di efficienza ai fini di sicurezza, con la frequenza indicata nel medesimo allegato. Per la prima verifica il datore di lavoro si avvale dell’INAIL, che vi provvede nel termine di quarantacinque giorni dalla richiesta.
Una volta decorso inutilmente il termine di quarantacinque giorni sopra indicato, il datore di lavoro può avvalersi, a propria scelta, di altri soggetti pubblici o privati abilitati secondo le modalità di cui al comma 13. Le successive verifiche sono effettuate su libera scelta del datore di lavoro dalle ASL o, ove ciò sia previsto con legge regionale, dall’ARPA, o da soggetti pubblici o privati abilitati che vi provvedono secondo le modalità di cui al comma 13. Per l’effettuazione delle verifiche l’INAIL può avvalersi del supporto di soggetti pubblici o privati abilitati. I verbali redatti all’esito delle verifiche di cui al presente comma devono essere conservati e tenuti a disposizione dell’organo di vigilanza. Le verifiche di cui al presente comma sono effettuate a titolo oneroso e le spese per la loro effettuazione sono poste a carico del datore di lavoro
12. Per l'effettuazione delle verifiche di cui al comma 11, le ASL e l'ISPESL possono avvalersi del supporto di soggetti pubblici o privati abilitati. I soggetti privati abilitati acquistano la qualifica di incaricati di pubblico servizio e rispondono direttamente alla struttura pubblica titolare della funzione.
13. Le modalità di effettuazione delle verifiche periodiche di cui all'allegato VII, nonché i criteri per l'abilitazione dei soggetti pubblici o privati di cui al comma precedente sono stabiliti con decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali e del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, da adottarsi entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
13-bis. Al fine di garantire la continuità e l'efficienza dei servizi di soccorso pubblico e di prevenzione ed estinzione degli incendi, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco può effettuare direttamente le verifiche periodiche di cui al comma 11, relativamente alle attrezzature riportate nell'allegato VII di cui dispone a titolo di proprietà o comodato d'uso. Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco provvede a tali adempimenti con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
14. Con decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e province autonome di Trento e di Bolzano e sentita la Commissione consultiva di cui all'articolo 6, vengono apportate le modifiche all'allegato VII relativamente all'elenco delle attrezzature di lavoro da sottoporre alle verifiche di cui al comma 11.
Art. 81. Requisiti di sicurezza ..."1.Tutti i materiali, i macchinari e le apparecchiature, nonché le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere progettati, realizzati e costruiti a regola d’arte". -...2. Ferme restando le disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto, i materiali, i macchinari, le apparecchiature, le installazioni e gli impianti di cui al comma precedente, si considerano costruiti a regola d’arte se sono realizzati secondo le pertinenti norme tecniche"...
EN ISO 3691-1:2015 Industrial trucks - Safety requirements and verification - Part 1: Self-propelled industrial trucks, other than driverless trucks, variable-reach trucks and burden-carrier trucks (ISO 3691-1:2011, including Cor 1 :2013)UNI EN ISO 3691-1:2015
UNI EN ISO 3691-1:2015 Carrelli Industriali - Requisiti di sicurezza e verifiche - Parte 1: Carrelli industriali motorizzati, esclusi quelli senza conducente, i telescopici e i trasportatori per carichi
29 ottobre 2015
La presente parte della UNI EN ISO 3691 fornisce requisiti di sicurezza e i mezzi per la verifica dei seguenti tipi di carrelli industriali motorizzati come definito nella UNI ISO 5053: - carrelli industriali elevatori controbilanciati con forche a sbalzo; - carrelli con sollevatore retrattile o con piastra porta forche retrattile; - carrelli elevatori con forche fra i longheroni; - carrelli elevatori a forche ricoprenti; - carrelli elevatori a pianale ad alto sollevamento; - carrelli con posto di guida elevabile fino a 1 200 mm; - carrelli elevatori a presa unilaterale; - carrelli elevatori a presa bilaterale ed a presa frontale e laterale; - carrelli per pallet (transpallets); - carrelli elevatori bidirezionali e multi direzionali; - carrelli trattori con forza di traino fino a 20.000 N, compresi; - carrelli elevatori fuoristrada; - carrelli industriali alimentati a batteria, a gasolio, benzina o GPL (gas di petrolio liquefatto).
ISO 7010 Raccolta dei Segnali di sicurezza previsti dalla norma - Ed. 2017
File CEM importabile in CEM4
Aggiornata la raccolta segnaletica ISO:2011 (UNI 2012) alla versione ISO 2016 (UNI 2017 emendamento ISO 7:2017), quindi da 7 emendamenti che introducono altri 100 cartelli.
ISO 7010:2011 Graphical symbols - Safety colours and safety signs - Registered safety signs
ISO 7010:2011/Amd 1:2012 ISO 7010:2011/Amd 2:2012 ISO 7010:2011/Amd 3:2012 ISO 7010:2011/Amd 4:2013 ISO 7010:2011/Amd 5:2014 ISO 7010:2011/Amd 6:2014 ISO 7010:2011/Amd 7:2016
La norma prescrive i segnali di sicurezza da utilizzare nella prevenzione degli infortuni, nella protezione dal fuoco, per l’informazione sui pericoli alla salute e nelle evacuazioni di emergenza. La forma e il colore di ogni segnale di sicurezza sono conformi alla ISO 3864-1 e la progettazione dei segni grafici è conforme alla ISO 3864-3. La norma è applicabile a tutti i siti in cui le questioni legate alla sicurezza delle persone necessitano di essere poste.Comunque, non è applicabile ai segnali utilizzati nel traffico ferroviario, stradale, fluviale, marittimo e aereo e, in generale, in quei settori soggetti a una regolamentazione che può differire in alcuni punti della presente norma e della serie ISO 3864. La norma specifica gli originali dei segnali di sicurezza che possono essere ridotti o ingranditi per esigenze di riproduzione e di applicazione.
Attenzione: Importare in CEM4 come Raccolta segnaletica:
Da CEM4: File/Importa file di scambio/Raccolte di cartelli
La appendice fornisce, in prospetti separati, esempi di pericoli, situazioni pericolose ed eventi pericolosi per chiarire questi concetti e per aiutare le persone che svolgono la valutazione del rischio nel processo di identificazione dei pericoli.
Gli elenchi dei pericoli, delle situazioni pericolose e degli eventi pericolosi riportati nella presente appendice non sono esaustivi e non sono presentati in ordine di priorità.
Pertanto, il progettista dovrebbe anche identificare e documentare tutti gli altri pericoli, situazioni pericolose o eventi pericolosi esistenti nella macchina.
Riportiamo, l'elenco estrapolato dalla norma tecnica UNI EN ISO 12100: 2010, pericoli modificabili, aggiornabili e stampabili in CEM4.
ISO 13857:2019 Sicurezza del macchinario - distanze di sicurezza per impedire il raggiungimento di zone pericolose con gli arti superiori e inferiori
File CEM importabile in CEM4
Questo documento stabilisce i valori delle distanze di sicurezza in ambienti sia industriali che non industriali per impedire il raggiungimento di zone pericolose del macchinario. Le distanze di sicurezza sono appropriate per le strutture di protezione.
Fornisce inoltre informazioni sulle distanze per impedire il libero accesso degli arti inferiori (vedi allegato B).
Questo documento riguarda le persone di età pari o superiore a 14 anni (la statura del 5° percentile dei 14enni è di circa 1 400 mm). Inoltre, solo per gli arti superiori, fornisce informazioni ai bambini di età superiore ai 3 anni (la statura del 5° percentile dei bambini di 3 anni è di circa 900 mm) in cui è necessario affrontare il raggiungimento attraverso le aperture.
I dati per prevenire l'accesso agli arti inferiori per i bambini non sono considerati.
Le distanze si applicano quando una riduzione del rischio sufficiente può essere raggiunta solo dalla distanza. Poiché le distanze di sicurezza dipendono dalle dimensioni, alcune persone di dimensioni estreme saranno comunque in grado di raggiungere le zone pericolose anche quando sono soddisfatti i requisiti di questo documento.
La conformità ai requisiti di questo documento impedisce l'accesso alla zona pericolosa. Tuttavia l'utente del presente documento è informato che non fornisce la riduzione del rischio richiesta per ogni pericolo (ad es. Pericoli relativi alle emissioni della macchina come radiazioni ionizzanti, fonti di calore, rumore, polvere).
Le clausole relative agli arti inferiori si applicano da sole solo quando l'accesso da parte degli arti superiori alla stessa zona di rischio non è prevedibile in base alla valutazione del rischio.
Le distanze di sicurezza hanno lo scopo di proteggere le persone che cercano di raggiungere le zone pericolose nelle condizioni specificate (vedere 4.1.1).
EN ISO 11553-1:2008 (ISO/DIS 11553-1:2016) Sicurezza del macchinario - Macchine laser - Parte 1: Requisiti generali di sicurezza (ISO 11553-1:2005)
Disponibile il file CEM importabile in CEM4 e PDF estratto CEM4
La presente norma è la versione ufficiale in lingua inglese della norma europea EN ISO 11553-1 (edizione novembre 2008). La norma descrive i pericoli generati dalle macchine laser e specifica i requisiti di sicurezza relativi ai pericoli di radiazioni e ai pericoli generati da materiali e sostanze. Inoltre specifica le informazioni che il fabbricante deve fornire a tali apparecchiature.
Il file è èlaborato sulla ISO/DIS EN ISO 11553-1:2016, in quanto la norma Ed. 2005 (ISO) e Ed. 2009 (UNI) è in revisione.
La ISO 11553 descrive i rischi generati dalle macchine per la lavorazione laser, come definito nella sezione 3.2, e specifica i requisiti di sicurezza relativi ai rischi di radiazioni e ai rischi generati da materiali e sostanze. Specifica inoltre le informazioni che devono essere fornite dai produttori di tali apparecchiature.
I seguenti pericoli possono essere generati da una macchina per il trattamento laser: a) rischi meccanici; b) pericoli elettrici; c) rischi termici; d) rischi di vibrazione;
e) rischi di radiazioni, come; 1) rischi generati dal raggio laser diretto o riflesso, 2) pericoli generati da radiazioni ionizzanti, 3) i rischi generati da radiazioni collaterali (UV, microonde, ecc.) prodotte, ad esempio, da lampade flash, tubi di scarica o sorgenti di energia RF, e 4) rischi generati da radiazioni secondarie dovute all'effetto del raggio (la lunghezza d'onda della radiazione secondaria può essere diversa da quella del raggio),
f) rischi generati da materiali e sostanze, come; 1) pericoli dovuti a prodotti che vengono utilizzati nella macchina (ad esempio gas laser, coloranti laser, gas a effetto serra, solventi), 2) pericoli derivanti dall'interazione tra il raggio e il materiale (ad esempio fumi, particelle, vapori, gas, detriti), fuoco o esplosione, 3) pericoli derivanti dai gas utilizzati per assistere le interazioni con il laser; questi pericoli includono esplosioni, incendi, effetti tossici e carenza di ossigeno,
g) pericoli generati trascurando i principi ergonomici nel design della macchina;
h) rischi di rumore. ...
Protezione durante la produzione L'area di rischio principale è solitamente la zona di processo, ma l'area di rischio deve essere definita come risultato della valutazione del rischio. L'analisi dei pericoli deve indicare quale tipo di protezione (protezione locale o protezione periferica) deve essere utilizzata.
La protezione locale è un metodo di protezione per ridurre la radiazione laser e le relative radiazioni ottiche ad un livello di sicurezza basato su una valutazione del rischio (ad esempio mediante un ugello o una piccola protezione posizionata vicino al fuoco del fascio sul pezzo) senza racchiudere completamente il pezzo, il supporto del pezzo in lavorazione e/o il sistema di movimento della macchina.
La protezione periferica è un metodo di protezione per ridurre la radiazione laser e le relative radiazioni ottiche a un livello di sicurezza basato su una valutazione del rischio mediante una o più protezioni distanti (ad esempio un involucro protettivo) che racchiudono il pezzo, il supporto del pezzo e, di solito, la maggior parte del sistema di movimento della macchina.
Il tipo di protezione dipenderà da diversi fattori, ad esempio a) i parametri del laser che determinano la potenza, b) gli elementi ottici (ad esempio, lunghezza focale), c) la direzione (fissa o variabile) della propagazione del raggio rispetto al pezzo, d) il tipo di lavorazione da realizzare (taglio, saldatura, ecc.), e) il materiale e la forma del pezzo da lavorare, f) il supporto del pezzo in lavorazione, g) la visibilità della zona di processo. ... La progettazione dei sistemi di controllo relativi alla sicurezza deve essere conforme alle norme ISO 13849-1 o IEC 62061. In genere, la valutazione del rischio per i danni alla vista porta a un livello di prestazioni richiesto PLr = d (ISO 13849-1). ...
Informazioni per l'utente Oltre ai requisiti di IEC 60204-1, IEC 60825-1, ISO 11252 e ISO 12100, devono essere soddisfatti i seguenti requisiti:
a) Il fabbricante deve fornire documentazione e dati pertinenti sulla sicurezza, comprese le corrette procedure di manutenzione e assistenza al cliente/utente;
b) Il fabbricante informa l'utente in merito alle responsabilità dell'utente relative alla rimozione e / o allo smaltimento di fumi e materiale particolato dalla macchina;
c) Il fabbricante deve fornire informazioni sui valori limite per i materiali destinati alla lavorazione e per i fumi e le particelle generate dalla lavorazione di questi materiali. Il fabbricante deve inoltre fornire informazioni generali sulle apparecchiature per la rimozione di fumi e particolato;
d) Il fabbricante deve avvisare gli utenti di potenziali rischi noti fornendo una dichiarazione di avvertenza ben visibile nelle istruzioni per l'utente e / o nel manuale dell'operatore.
I seguenti elementi devono essere considerati per l'inclusione nelle istruzioni per l'utente e/o nel manuale dell'operatore:
e) IEC 60825-1 specifica le misure protettive per la radiazione laser primaria. Il requisito minimo, in caso di esposizione potenziale da parte di un prodotto di classe 3B e classe 4, è di indossare occhiali protettivi per la potenza e la lunghezza d'onda del laser;
f) Alcune operazioni (ad esempio la saldatura) possono produrre radiazioni UV e visibili intense. Il requisito minimo, in caso di esposizione potenziale a questo tipo di radiazioni, è quello di indossare un abbigliamento adeguato equipaggiamento per la protezione personale. Possono essere necessarie misure tecniche di protezione adeguate come protezioni o DPI;
g) La maggior parte delle applicazioni di trattamento dei materiali produce fumi, particelle e sostanze gassose. Durante la lavorazione dei metalli possono essere prodotti vapori di metalli pesanti. Questi possono danneggiare i tessuti e gli organi del corpo. Quando si trattano materie plastiche, si possono produrre sottoprodotti pericolosi (ad esempio allergici, tossici, cancerogeni). Possono essere necessarie misure di protezione tecnica adatte come dispositivi di aspirazione in combinazione con sistemi di pulizia dell'aria o DPI come maschere respiratorie filtrate.
I requisiti minimi, prima di iniziare il processo, sono: h) avere familiarità con il materiale da trattare, sapere quali sottoprodotti possono risultare, valutare i loro rischi per la salute e determinare quali precauzioni sono necessarie; i) adottare misure appropriate per prevenire o controllare il rischio (tali misure normalmente richiedono scarichi di fumi positivi dalla zona di processo e un'adeguata purificazione prima che i gas di scarico siano restituiti nell'atmosfera lontano dal personale); j) informare, istruire e formare gli operatori sui rischi e le precauzioni da prendere; k) ove necessario, e disponibile, per monitorare l'esposizione degli operatori a fumi o agenti inquinanti ed effettuare un'adeguata forma di sorveglianza della loro salute in conformità con le normative locali; l) consultare un'autorità competente per scoprire quali norme nazionali, statali e/o locali devono essere soddisfatte prima che i gas di scarico siano restituiti nell'atmosfera.
Tensione / corrente pericolosa viene utilizzata per alimentare il laser e le relative apparecchiature. Gli alimentatori possono contenere batterie di condensatori che possono rimanere cariche per qualche tempo dopo aver spento l'apparecchiatura. Il requisito minimo in caso di riparazione è di seguire le regole per le pratiche di sicurezza elettrica.
NOTA Le istruzioni per l'uso possono essere eseguite secondo IEC 82079-1.
Etichettatura Le leggi locali o regionali per l'etichettatura devono essere rispettate.
La macchina deve essere etichettata per indicare a) il nome e l'indirizzo del fabbricante della macchina laser, b) la data di produzione, c) la serie o il tipo di macchina (se pertinente) e il numero di serie (se presente), e d) i colori, le dimensioni e gli stili di stampa delle etichette di avvertimento della radiazione laser devono essere conformi a quanto descritto nella norma IEC 60825-1. Le etichette devono soddisfare i seguenti requisiti:
e) oltre all'etichettatura richiesta dalla IEC 60825-1 (Fig. 1), la macchina per il trattamento laser deve, dopo l'installazione, riportare altre etichette di avvertenza e di avvertenza pertinenti (ad esempio "FUMI/PARTICELLE TOSSICHE POSSONO ESSERE GENERATE DA QUESTA MACCHINA") (2); e
f) La dimensione e la posizione delle etichette devono essere tali da rendere leggibili le etichette appropriate al di fuori delle aree di pericolo senza esporre nessuno a nessuno dei pericoli elencati. Il colore, le dimensioni e lo stile di stampa delle etichette devono essere conformi ai requisiti della ISO 3864.
Fig. 1 - Laser IEC 60825-1
Fig. 2 - Fumi/particelle tossiche ---
In allegato A della norma, esempi di potenziali pericoli dei sottoprodotti per la lavorazione di materiali con tecnologia laser:
A.1.2 Lavorazione ceramica Ossidi di alluminio (allumina), magnesio, calcio e silicio. Ossido di berillio (altamente tossico). A.1.3 Lavorazione del silicio I detriti trasportati dall'aria Si e SiO (respirabili, possono causare la silicosi). A.1.4 Lavorazione di metalli Dal punto di vista medico, almeno i seguenti metalli e i loro composti sono rilevanti: Mn, Cr, Ni, Co, Al, Zn, Cu, Be, Pb, Sb. Gli effetti medici sono i seguenti: a) tossico: Cr6 +, Mn, Co; b) allergie, febbre da fumi metallici: Zn, Cu; c) fibrosi polmonare: essere; d) cancerogeno: Cr6 +, NiO. Il berillio è molto pericoloso. I fumi di metalli pesanti vengono creati durante la lavorazione ad es. Ni, leghe di cromo. La composizione chimica dei fumi è correlata all'incirca al materiale trattato. Materiali (ad esempio rivestimenti) e elementi di lega con temperatura di evaporazione inferiore sono sovrarappresentati. A.1.5 Taglio della plastica Una grande varietà di sostanze potenzialmente pericolose può essere emessa. A basse temperature si producono idrocarburi alifatici, mentre temperature più elevate determinano un aumento di idrocarburi aromatici (come benzene, IPA) e idrocarburi polinucleari polialogenati (ad esempio diossine, furani). Materiali particolari possono causare emissioni di cianuri, isocianati (poliuretani), acrilati (PMMA) e acido cloridrico (PVC). Gli effetti medici includono: a) tossico: cianuri, CO, derivati del benzene; b) allergeni / irritanti: isocianati, acrilati; c) irritazione delle vie respiratorie: formaldeide, acroleina, ammine; d) cancerogeno: benzene, alcuni IPA. A.1.6 Metalli per saldatura A seconda dei materiali trattati con il laser, ci si possono aspettare vapori di metalli pesanti. Vedi A.1.4. A.1.7 Trattamento termico Generalmente non sono presenti sottoprodotti significativi ma possono essere generati alcuni vapori di metalli pesanti. A.1.8 Saldatura e brasatura Ci si possono aspettare vapori di metalli pesanti, vapori di flusso e sottoprodotti. A.1.9 Taglio di carta e legno Sottoprodotti di cellulosa standard, esteri, acidi, alcoli e benzene. A.1.10 Materiali non intenzionalmente deteriorati Generazione di sottoprodotti pericolosi da materiali e sostanze non intenzionalmente deteriorati dalla radiazione laser (ad esempio l'ottica). Zn, Se ossidi. A.2 Esempi di rischi secondari di radiazione I rischi secondari di radiazioni comprendono le radiazioni ottiche provenienti dalla zona di elaborazione, che determinano:<